Il capriolo ferito

Anche in quel bellissimo pomeriggio di primavera decido di raggiungere la vetusta baita che da parecchie generazioni è arrivata ai nostri tempi, la data di questo edificio rurale è ben evidente 1751!
Lascio la provinciale della Cannobina e mi incammino sullo stretto sentiero.
Fatto pochi passi però, con grande stupore vedo un giovane capriolo disteso che alla mia vista cerca di alzarsi e fuggire ma subito si accascia a terra con un lamento. E’ ferito seriamente non riesce a stare sulle zampe posteriori. Un attimo di panico mi assale! E adesso cosa faccio?
Da solo non posso fare niente, decido di chiedere aiuto e mi reco veloce alla sede dei pompieri e CRI ma giunto sul piazzale antistante mi raggiunge una giovane volontaria e vedendomi in difficoltà mi chiede chi sto cercando.
Velocemente le racconto l’accaduto lei mi invita a seguirla su in sede dove trovo altre due signore che sentito il mio problema decidono di seguirmi per soccorrere questo giovane animale.
Raggiungiamo il sito e telefonicamente ci viene spiegato come agire. Così riusciamo a portarlo in un telo fino alla strada ma i problemi non sono finiti poichè la statale è chiusa per la frana e da Verbania non possono arrivare le guardie venatorie e da Domodossola rispondono che sono fuori sede.

Provvisoriamente viene ricoverato in una stalletta vicino alla sede CRI e finalmente alla sera arrivano le guardie e lo portano in un centro di cura per animali feriti.
Successivamente ci comunicano che si tratta di una giovane femmina di circa un anno e la ferita si tratta della zampa sinistra rotta probabilmente con impatto con un veicolo.
A margine di questo episodio voglio fare due considerazioni.
La prima è che molte persone ahimè maltrattano gli animali, ma ci sono molte altre che al contrario si prestano in mille modi per aiutarli fra queste voglio ringraziare Barbara e Patrizia le due volontarie CRI per l’aiuto prestatomi in questa circostanza.

lettera firmata

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