Gli Zabò

gli zabò
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Un gruppo che resiste nel tempo, da quella domenica invernale del gennaio 1964: “Domenica andiamo al Giove a sciare?” frase magica che fece nascere gli ZABO’.
Si ritrovarono in sette: Luigi B., Vittore C., Elido M., Piero Z., Giuseppe B., Massimo B., Lorenzo B.
La domenica successiva il gruppo si ingrandì aggiungendo Claudio C., Ernesto B., Dino B., Mauro Z., Oddo C. e Mario M.
L’alpeggio di Rombiamo, ormai in abbandono, fece da punto di riferimento per il gruppo che si stava formando così senza un determinato programma. Gite, cenette, qualche sciata. All’inizio tutto qui.
La svolta appena un’anno dopo nel 1965 con l’istallazione di una grande croce di ferro sulla vetta del monte Giove a protezione di Cannobio.
A seguire il rifugio e le migliaia di iniziative messe in atto in oltre mezzo secolo. Ma la singolarità rimasta immutata nel tempo è la marcia dei lanternitt.
Nasce per caso, fra un bicchier di vino e una luganiga, al ristorante Milano che si trovava in via Umberto ( ristorante ormai scomparso).
In testa al lungo corteo il sindaco attorniato dal Bandin che a ripetizione intona l’inno degli Zabò.
Qualcuno lo canta:
Lassù sulle montagne la gioia noi troviam, di stare in compagnia di vivere in allegria;
scoprendo nei bei prati , nei pascoli e sui monti, ciò che di bello e sano la vita ci può dar.
Zabò noi siamo e impavidi camminiamo, per quei sentieri che più in alto porterà.
L’altero Monte Giove è il sacro nostro emblema che infonde alla bandiera il nostro grande ardor; con un maglione rosso e un paio di scarponi andando su pei monti di canti il ciel riempiam.
Zabo noi siamo…
Olzeno oppur Rombiago le nostre mete sono e ovunque noi portiamo il brio ed il buon vin;
sui colli o sui pendii ove noi ci troviamo quest’inno noi cantiamo al suono del Bandin.
Zabo noi siamo…

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