Ascona e isole di Brissago

passerella ascona brissago
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Una passerella fra Ascona e le isole di Brissago.
Un pontile galleggiante lungo tre chilometri e duecento metri, largo 14 metri, formato da 220 mila cubi di polietilene ad alta densità. Previste cinque piattaforme lungo la passerella.
Questi i dati che il settimanale ticinese -IL CAFFE’- riportava domenica 18 novembre a proposito della nuova struttura pedonale che dovrebbe unire il lungolago di Ascona con le isole di Brissago.
Dopo l’opera di Cristo posizionata nel 2016, per due settimane, sul lago d’Iseo, ecco quella del Verbano-ticinese. In questo caso però il manufatto avrebbe durata di almeno 5 anni. Un richiamo turistico di lungo respiro che porta con sè fattori di grande interesse organizzativo collaterali, se le previsioni di successo in merito ai numeri previsti si realizzeranno.
I visitatori –scriveva IL CAFFE’- tenuto conto delle diverse condizioni meteo sul Verbano, potrebbero essere 300-400mila l’anno.
I promotori hanno parlato addirittura di due milioni di persone l’anno.
Va calcolato, da studi fatti relativi ai venti che soffiano su questo tratto di lago Maggiore, che mediamente saranno 45 i giorni l’anno che non si potrà consentire ai visitatori di percorrere la passerella in quanto viaggiano a velocità troppo elevata e quindi viene a mancare ogni sicurezza.
Se i numeri riportati dal settimanale ticinese, in modo particolare quelli previsti dagli investitori privati che finanzieranno questo progetto dal costo stimato attorno ai 25 milioni di franchi (un milione il finanziamento regionale possibile) il turismo dell’alto lago Maggiore subirebbe una straripante energia.
Ma i comuni che si affacciano su questo tratto i lago ticinese-piemontese sono pronti ad “accogliere” queste migliaia di persone? Viabilità, strutture alberghiere, residenziali, parcheggi, movimentazione ciclabile per raggiungere i luoghi d’accesso alla passerella, collegamenti pubblici via lago o su gomma, ecc.
Se osserviamo la statale 34, la risposta non può essere che negativa.
Un’attrazione turistica di questo genere, seppur posizionata in terra elvetica, porterà “ricchezza” anche sul versante italiano, Cannobio in prima fila ed a seguire agli altri paesi del lago fino altre Verbania. E chi vede sempre il bicchiere mezzo pieno afferma che anche la valle Cannobina con i suoi due comuni non sarà immune a recuperare spazi da offrire ai turisti che dopo la passeggiata in terra asconese avranno pur il desiderio, la curiosità di conoscere i dintorni.
Essere pronti ad affrontare tutto questo è il minimo che verrà chiesto ai nuovi amministratori comunali di Cannobio e del nuovo comune Valle Cannobina.
V. B.

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