La Fonte Carlina

fonte carlina
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A distanza di un paio di chilometri dal centro di Cannobio, nel 1868 venne inaugurato lo stabilimento termale della Fonte Carlina. Il costo della pensione, tutto compreso, variava dalle 50 alle 60 lire per persona. Soldi che oggi si quantificherebbero fra i 230 e i 280 euro. Un albergo solo per ricchi.
Un approvvigionamento e un percorso termale solo per benestanti. Bagni idropatici ed acque magnesiache e ferruginose, recitavano i depliant del tempo ed a seguire ecco cosa scrivevano: <I vantaggi di cui fu qui ricca la natura ci fece concorrere tutto il confortabile richiesto di uno stabilimento di primo ordine, quindi sale di conversazione, di lettura, di bigliardo, da pranzo. Orchestra e danza alla domenica. Cucina eccellente, vini squisiti. Onnibus agli arrivi dai piroscafi>.
In pratica disponeva perfino di un servizio privato di carrozze per accompagnare i clienti al porto di Cannobio e viceversa.

Sempre dai manifesti pubblicitari si leggeva: <Le acque minerali della SALUTE sono indicatissime per la pirosi, gastrite, catarro della vescica, affezioni croniche del fegato, calcoli biliari, affezioni del cuore, ecc..> in calce era posta la firma del direttore dell’epoca.
Si racconta che due anni prima della sua inaugurazione una signora milanese, molto deperita, sia stata mandata a Traffiume affinché il cambiamento d’aria gli potesse giovare.
I traffiumesi gli consigliarono di bere con frequenza giornaliera illimitata, l’acqua della Fonte Carlina, ricca di magnesio. La sua salute migliorò e pochi mesi dopo il medico curante sentenziò la sua guarigione. Una notizia che si diffuse immediatamente tanto vero che il dott. Federico Fossati-Barbò attorno a questa fonte fece costruire un lussuoso albergo capace di 150 ospiti, parallelamente anche uno stabilimento idroterapico.
La costruzione di questo stabilimento ha portato, seppur per breve tempo, lavoro per tanta gente del luogo. Nonostante questo potenziale benessere occupazionale, le cronache novembrine del 1867, (anno questo, di intensi lavori dedicati alla costruzione degli stabilimenti termali per i quali la programmazione di apertura era fissata per la primavera dell’anno successivo) raccontano che non tutti i cannobiesi erano concordi alla realizzazione di questo progetto.
Fu così che qualcuno attentò alla vita del dott. Fossati, proveniente da Milano. Sapendo che doveva arrivare a Traffiume a notte fonda, fece rotolare dei grossi massi lungo il percorso che da Cannobio raggiunge Traffiume tentando di colpire la sua “vettura” trainata da cavalli.
“E’ da sperare che le autorità di Cannobio si occuperanno seriamente di sì grave fatto, che può screditare la meritata fama dei tranquilli e buoni Cannobini” questo quanto riportava il settimanale dell’epoca -Il Lago Maggiore-.
Notizia resami dalla collega Veleda Bignami dal settimanale -Eco Risveglio-.

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Albergo “Monte Carza” era il suo nome popolarmente detto “Albergo della Salute”.
L’acqua giunge in questo luogo da una sorgente che sgorga dalle falde del monte Carza a 600 metri s.l.m. La più famosa è detta “Fonte Carlina”. Ecco cosa scriveva il prof. Aquilino Zammaretti nel 1980: – Questa si ramifica in quattro sorgenti poi unificate dopo il loro affiorare dalla roccia. Ve n’è una seconda sorgente, quella detta delle “Monache” e che da noi è comunemente nota come <l’acqua minerale>.
In antichità le Monache erano le proprietarie di quelle terre.
Bella gente, con portafogli gonfi, vita sfavillante, feste, “distrazioni”, piaceri un po’ sopra le righe…
La signorilità voleva che l’albergo fosse immune da eventuali chiacchiericci un po’ “piccanti”. Le cronache raccontano che nella piana di Massarecci vi era una palazzina al quanto singolare, riservata, protetta da un muro e da una torretta.
Per chi ha in tasca tanti soldi, comprarla è un gioco, anche perché in quel periodo pare che fosse addirittura in vendita. Personaggi con molta “fantasia” la resero una casa al quanto libertina, spregiudicata per i tempi che correvano, tanto vero che gli abitanti di Masserecci iniziarono a chiamarla “tur di balabiot”. Peccato che le mura non sappiano parlare… chissà quante storie verrebbero a galla.
L’efficace delle cure, l’eleganza del servizio fecero di Cannobio-Traffiume un nome noto per l’intera Europa.
Le nobiltà austriache, polacche, russe, prussiane passarono da quel luogo.
Letizia Bonaparte, Luigi Napoleone Bonaparte, furono anch’essi ospiti dell’albergo della <Salute>.
Poi ecco il 1900, secolo di guerra di carestie, di tracolli finanziari.
La clientela sparì ed inizio il declino di un piccolo impero turistico-industriale.
Il fallimento, l’abbandono, i crolli, a seguire il bosco che si impossessa del suo ex territorio.
Alla fine del primo conflitto mondiale nasce a Cannobio la “Pro acqua potabile” finalizzata ad allestire un progetto per predisporre le abitazioni di acqua corrente e soprattutto di acqua preziosissima, quella Carlina che per caduta ha un dislivello di 40 metri in Borgo e 60 metri in riva al lago.
Passarono quasi 50 anni da quel progetto prima che un’altra amministrazione comunale cannobiese si accorgesse di quel patrimonio. Siamo nel giugno del 1967, sindaco a Cannobio è il signor De Alessi di professione farmacista. Il consigliere Mario Grassi chiede notizie in merito al futuro della Fonte Carlina. La risposta è al quanto negativa: “speranze di una valorizzazione della fonte per il momento non ne esistono”. Negli anni a venire le prospettive di un recupero della Fonte a scopo di imbottigliamento, creando posti di lavoro, si alternavano alle delusioni.
La proprietà venne poi acquisita dal comune di Cannobio il quale incominciò a pensare ad un intervento a favore turistico di quel territorio. Pista ciclo-pedonale, recupero storico di ciò che era ancora possibile far emergere, messa in sicurezza dell’intera zona, costruzione di posteggio a bordo strada con annesso piccolo parco ed una mezza dozzina di fontanelle, ecc., lavori (ovviamente non continui) iniziati oltre 20 anni fa.

Un patrimonio recuperato, per quanto possibile, a pieno, del quale però manca quello di portare al centro di Cannobio, precisamente nello spazio ex Orsoline, l’acqua Carlina a disposizione della popolazione che possa servirsi, attraverso la costruzione di una fontana. Sarà prossimamente…
Purtroppo, oggi la vera identità della Fonte Carlina, vale a dire il porticato in sasso posto lassù in alto è coperto alla vista dela gente da un interessantissimo manufatto. Va da sè che tale manufatto, a detta da tante persone, delle quali noi ci facciamo semplici portavoce, andrebbe rimosso e posizionato in altro luogo lasciando libero lo sguardo verso il simbolo principe di ciò che ancora oggi esiste inalterato dal quel lontano 1868 e per tanti anni successivi, periodo in cui pareva che Cannobio fosse al centro dell’Europa grazie alle possibili cure termali, al raffinato turismo ed ai “balabiut”.
V. B.

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