Doppia impostazione fiscale

doppia impostazione fiscale per i frontalieri
doppia impostazione fiscale per i frontalieri

Doppia imposizione fiscale per i frontalieri.

Nel febbraio del 2015, in prefettura a Milano, dopo un incontro fra i rispettivi ministri italiano e svizzero, sembrava che in nuovo accordo fra Italia e Svizzera inerente alla doppia imposizione fiscale per i frontalieri avesse la strada spianata per raggiungere gli obbiettivi prefissati.
Ma in tutti questi anni l’intesa non è mai transitata nel Parlamento italiano.
Poi il tempo passa e cambiano pure i governi. Quello attuale giudica troppo penalizzante per i frontalieri le proposte contenute nel nuovo accordo.
Pare che nel contratto di governo firmato fra Lega e 5 stelle non vi sia traccia di priorità assoluta verso questo accordo. Allo stato attuale delle cose sembra del tutto improbabile che l’accordo sia sottoposto alla ratifica di Camera e Senato. La strada che ha intrapreso il nuovo dialogo fra il canton Ticino e l’Italia, regione Lombardia in primo piano, è quella di mantenere in vigore le condizioni contenute nell’accordo firmato nel 1974. Un rimodellamento di questo trattato è forse necessario ma ciò non deve penalizzare i frontalieri, queste le affermazioni e gli impegni da parte italiana.
Il canton Ticino è comunque deciso a favorire l’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale superando così di netto quello attualmente in vigore, datato metà anni settanta in quanto su quel fronte è giudicato globalmente positivo malgrado non risponda pienamente alle aspettative originarie.
A seguito di un blocco delle trattative viene mantenuto in Ticino l’obbligo della presentazione dell’estratto del casellario giudiziario da parte dei cittadini stranieri che fanno richiesta di permessi di dimora e per i frontalieri entrato in vigore nell’aprile del 2015. Solo se andrà in porto il nuovo accordo fra Italia e Svizzera, questa obbligatorietà sarà ritirata, sostituita dalla presentazione di un certificato penale su base volontaria.
Di tanto in tanto viene “propagandata” il possibile blocco dello storno tasse frontalieri se le trattative sul nuovo accordo riguardante il frontalierato non si sbloccasse e non giungesse a conclusioni. Tutto è al quanto mobile. Ma attendere, stare vedere ed infine ecco la rassegnazione non basta.
Il popolo degli oltre 65.000 emigranti di giornata devono pretendere, almeno da parte italiana, di far sedere i loro rappresentanti paritariamente ai vari politici, al tavolo delle trattative da protagonisti.
V. B.

Lascia un commento