La storia dimenticata (1)

La storia dimenticata della Valle Cannobina
La storia dimenticata della Valle Cannobina

La storia dimenticata della strada della Valle Cannobina (1° parte)

Prima di iniziare il mio racconto desidererei ringraziare il gentilissimo signor Loris Luini, addetto all’archivio storico di Cannobio, per avermi permesso di consultare i documenti archivistici, il sindaco Giandomenico Albertella e tutti i cortesissimi collaboratori del comune di Cannobio.

Già nel Cinquecento l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, durante la sua visita pastorale in Valle Cannobina, datata 1574, aveva potuto personalmente accertare lo stato misero in cui versavano i sentieri cannobini, cadendo lungo la mulattiera che da Traffiume conduceva a Cavaglio, poco prima del ponte du Geu.1
Malagevoli, pericolose e disastrate, le mulattiere diventavano spesso foriere di disgrazie a causa del terreno reso insidioso dalla neve, il ghiaccio o dalle piogge copiose. In caso di necessità spesso i medici non potevano raggiungere a piedi i malati dei paesi cannobini; le leggi emanate dello Stato sabaudo giungevano con grande ritardo alle orecchie degli alpigiani, portate dagli ufficiali regi provenienti da Cannobio.
Nel 1604 le comunità della Valle Vigezzo e quelle della Valle Cannobina avevano per questo trovato un primo accordo per sistemare la via di comunicazione, percorsa durante la visita pastorale da San Carlo Borromeo, e per renderla “[…] a più sicur forma”.2 I vigezzini avrebbero versato 2000 lire imperiali per aggiustare la mulattiera della Valle Cannobina, richiedendo in cambio che i propri commercianti sarebbero poi stati esentati dal pedaggio che veniva riscosso dal borgo di Cannobio al Ponte di Traffiume.3
Nonostante gli sforzi delle popolazioni locali, di cui più volte si fece portavoce Cannobio, il capoluogo di Mandamento, termine con cui si
designava all’epoca la circoscrizione intermedia tra il circondario e il comune4, la “Borromea” rimase per la popolazione delle due Valli una via scomoda e pericolosa come certificano le continue suppliche da parte dell’amministrazione cannobiese, che si avvaleva nel 1735 persino della mediazione della Casa Borromeo.5

Nuovamente il 16.12.1821 il comune di Cannobio chiedeva alla Vice Intendenza di Pallanza, ufficio periferico dello stato sabaudo che aveva il compito di vigilare sulla riscossione dei tributi e sui bilanci dei comuni, di poter affidare all’ingegnere provinciale Pozzone lo studio d’una mulattiera, che avrebbe avuto come obiettivo la rivitalizzazione della Valle Cannobina, garantendole i generi di prima necessità ad un prezzo ridotto e l’attivazione del commercio tra Cannobio e la Valle Vigezzo.

1 Bergamaschi, Alberto: Cannobina. La Borromea e dintorni, 2011, pag.78.
2 Archivio storico del Comune di Malesco: Atto Consorzio Vigezzino, in: Fondo Comune di Finero, busta 856, 20.11.1871.
3 Ibidem.
4 Ibidem.
5 Ibidem.

Dopo l’inoltro della richiesta di concessione alla Vice Regia Intendenza di Pallanza e l’accettazione della proposta cannobiese, finalmente poté venir compilata la perizia progettuale Pozzone attraverso un fondo speciale di 299 Lire, ottenuto grazie ai denari precedentemente risparmiati nella costruzione della nuova via per Traffiume. 6
Interessantissima testimonianza della partecipazione e unità d’intenti della popolazione diventano in questo caso i lunghi registri degli uomini dei vari comuni valligiani che offrirono il proprio aiuto per usufruire della sicura via di comunicazione.
Il comune di Spoccia con il proprio sindaco Giovan Maria Minoggio aveva intravisto la possibilità di migliorare la condizione di tutta la popolazione, costretta a vivere in “questa disastrosa valle”7 e rendere possibile finalmente un efficiente smercio del legname prodotto dai boschi comunali, fino ad allora mal sfruttati a causa del dispendioso trasporto fino al rio Orasso. Anche i comuni di Falmenta, Gurro definirono i boschi comunali in buona parte ancora “negletti ed infruottuosi”8. I cursolesi sottolinearono che la nuova via di comunicazione avrebbe agevolato il soccorso e la cura degli ammalati, consentendo l’arrivo sicuro e più veloce del medico da Cannobio.9 Le amministrazioni comunali valligiane mostrarono sostanzialmente l’adesione al progetto, anche dal punto di vista economico, con alcune riserve per Orasso e Traffiume: gli orassesi vorrebbero appoggiare l’opera, ma il paese “si trova nella spiacevole circostanza di non poter concorrere all’occorribile spesa […]”10; i traffiumesi chiesero che la strada fosse cavalcabile e più corta della vecchia mulattiera.11
La miseria della Valle Cannobina, non impedì alla popolazione d’elargire finanze per l’impresa progettata.
A Cannobio per iniziare i lavori vennero sottoscritte delle offerte, presentate sotto forma di denaro, a cui concorsero le famiglie più benestanti del Comune: i Reschigna, i Destreri, i Carmine, i Pianta, i Duminelli, i Finetti, i Pironi, i Bergonzoli, i Destefani, i Zammaretti, i Zaccheo, i Magistris, i Saccaggi, i Branca, i Zoppi, i Tirinanzi. Nei paesi della Valle, come segno ulteriore della triste condizione della popolazione, dove i soldi scarseggiavano, furono offerte giornate di lavoro (ogni giornata aveva il valore di una lira nuova di Piemonte equivalente a venti soldi di Piemonte).
In Valle Cannobina si rilevano le offerte delle seguenti famiglie:
• Albertini, Brocca, Bigotta, Zanone, Sartorio, Baila, Spagnoli, Grandazzi, Grasso/Grassi a Cavaglio;
• Ferrari, Bertolazza/ Bertolazzo (i) a Gurrone;
• Piffero (anche Pifar), Minoggio, Delamora ( Dellamora), Zanoni, Zanone, Bonetti, Bigotta a Spoccia;
• Minoggio, Generello/Generelli, Martinazzi, Grassi a Orasso;
• Minoggio, Bozzotti, Rizzi a Cursolo;
• Cantoni/ Cantone, Ferrari, Grassi, Zanni a Crealla;
• Zanni, Milani, Albertazzi, Ferrari, Grassi, Minoletti, Testori, Cerutti a Falmenta;
• Bergamasco/ Bergamaschi, Cerioli, Patritti, Dresti, Porta, Mazza a Gurro.

6 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 30.03.1822.
7 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 29.10.1824.
8 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 20.11.1824.
9 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 01.11.1824.
10 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 01.11.1824.
11 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 21.11.1824.

La storia dimenticata della Valle Cannobina
La storia dimenticata della Valle Cannobina

Nel 1824 nella convinzione che la tanto desiderata e necessaria strada dovesse venire costruita, persino i comuni della Valle Vigezzo si erano mossi. Il comune di Malesco vide nella nuova strada “un vantaggio assai maggiore di quella, che fu proposta verso Domo d’Ossola”,12 che verrà poi costruita dal consorzio stradale vigezzino tra il 1825 e il 1840.13 La comunità maleschese si prometteva uno smercio del carbone e della corteccia di rovere e peccia (pino silvestre), importanti nella lavorazione e concia delle pelli. I vigezzini mostrarono vivo interesse per le sorti dei propri vicini cannobini, parvero pronti ad aiutare finanziariamente, ma in pratica rimasero spettatori della vicenda, promettendo eventuale denaro solo dopo l’effettivo completamento dell’opera. Villette, Re, Craveggia, Zornasco, Vocogno, Crana, Santa Maria Maggiore, Druogno si resero disponibili a contribuire, sempre però unicamente a strada ultimata e collaudata.14
Una posizione particolare nel quadro tematico venne tenuto dal comune di Finero, geograficamente in Valle Cannobina, amministrativamente parte della comunità vigezzina. Il villaggio di Finero propose di investire l’intera somma ricavata dalla vendita del legname dei boschi comunali in località Valle Caldera, Valle di Campo, sotto Cima li Sassi e in località Piana del Bianco Sottozela.15
L’impegno profuso dalle popolazioni cannobine, si pensi che i piccoli paesi della Valle Cannobina si erano resi disponibili per 2650 giornate lavorative16 e Cannobio era riuscita a raccogliere 6150 Lire in offerte, restò però vano e il progetto venne rimesso momentaneamente nel cassetto della Provincia tra lo sconforto del Mandamento. (continua)

12 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 01.06.1824.
13 Cavalli, Carlo: Cenni statistico-storici della Valle Vigezzo, Torino, 1845, pag.25-26.
14 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1.
15 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 621, fascicolo 1, 16.06.1824.
16 Le giornate offerte si dividono per comune: Cavaglio e Gurrone (119), Spoccia (478), Orasso (56), Cursolo (316), Crealla (259), Falmenta (634), Gurro (818).

Fabian Promutico

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