Vacanze in montagna

Vacanza in montagna
Vacanza in montagna

“… è un’umile cosa, non si può nemmeno confrontare con certe opere d’arte, d’autore, stupende, della tradizione italiana. Eppure io penso che questa stradina da niente, così umile, sia da difendere con lo stesso rigore, con cui si difende un’opera d’arte di un grande autore…” “… va difeso anche un qualcosa che non essendo sanzionato, o codificato nessuno difende, ma che è opera, diciamo così, del popolo, di una intera storia, dell’intera storia del popolo di una città o paese, di un’infinità di uomini senza nome…” “… con chiunque tu parli, è immediatamente d’accordo con te nel dover difendere un monumento, una chiesa, la sua facciata, un campanile, un ponte, un rudere il cui valore storico è ormai assodato ma nessuno si rende conto che quello che va difeso è proprio questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare…”
Ci siano umilmente permessi di citare alcune frasi “dette” da Pier Paolo Pasolini mentre percorreva selciati sconnessi e antichi.

Vuole essere questo un omaggio alla grande ed insuperabile arte popolare, contadina, montanara. Arte povera finalizzata alla sopravvivenza, la dove spesso e volentieri era la vera casa dell’uomo. Terra e sentieri; villaggi e sentieri; coltivi e sentieri; passi ed ancora passi sui sentieri.
Selciati, vie pedestri costruite dal popolo che ancora oggi sono al loro posto per essere solcati, non più per faticare o per la necessità di cercare la quotidiana sopravvivenza, ma per il piacere della loro riscoperta.
Itinerari di vacanza, percorsi per passione, per rivivere la loro storia senza mai dimenticare il grande lavoro che mani antiche, povere di studi ma strapiene di grande intelletto operativo, hanno saputo costruire.

2019 anno dedicato al TURISMO LENTO.
La sola regola da portarsi a presso è la prudenza. Non un “turismo in ciabatte” da trascorrere sui nostri sentieri. Bensì un cammin senza fretta, senza troppe ambizioni di conquiste. Un fatto di grande attualità quello dell’escursionismo alla portata di tutti, lo confermano i numeri delle persone che si vedono in montagna ed i gruppi spontanei che si formano per esercitare in compagnia gite ed escursioni.
A Traffiume, nel 2018, quasi per “gioco”, senza troppa ufficialità se non quella della presenza su facebook, si è formato un gruppo aperto a tutti che si propone di camminare in montagna per il solo piacere di muoversi, ammirare, osservare e fare tesoro del grande lavoro-d’arte-popolare che incontra, a partire dai percorsi che si calpesta. E’ opera d’arte di grande spessore la sentieristica, costruita dalla gente di montagna, purtroppo, ai nostri giorni, lasciata ai limiti della propria sopravvivenza se non per alcuni casi, vedi i 280 km presenti in valle Cannobina, la dove ancora è un tantino curata.
Sono state una ventina le escursioni fatte nel 2018 e in questi primi mesi del 2019, grazie al bel tempo, si contano già 15 uscite, stiamo parlando del GRUPPO BOTANICO ECOLOGISTA nato a Traffiume.
SEGNI PARTICOLARI: il piacere di muoversi, dello stare in gruppo, del pranzare al sacco o nelle osterie valligiane.
Mensilmente ci ripromettiamo di proporre ai lettori del -il cannobino- un paio di itinerari possibili per tutti, perfettamente segnalati da cartelli indicanti i tempi di percorrenza, con strisce segnaletiche bianche e rosse.

Traffiume Cavaglio Spoccia
La Borromeo è il “viaggio” storico che collega pedonalmente questi tre villaggi, partendo dalla cappella di COSSA sita alle spalle di Traffiume. Diverse le varianti possibili come quella di percorrere i circa 6 Km di strada carrabile che separa Cannobio da Cavaglio solcando un ponte sospeso.
Alle spalle del paese di Cavaglio si trovano ampi spazi un tempo pianori verdi coltivati oggi alla mercè del bosco che avanza. Lassù più in alto, su un esteso pianoro è adagiato l’alpe di Olzeno, in abbandono fino agli anni sessanta, oggi un luogo di villeggiatura e di svago dove quasi tutte le baite sono state egregiamente recuperate. La piccola chiesetta fa da sentinella non solo al credente ma anche alla storia.
Dal suo pianoro lo sguardo vola verso l’alpe Quadra e col tempo sereno si collega alla croce del Limidario a 2188 m s.l.m., lì posata in terra elvetica dagli svizzeri-ticinesi.
Una comoda ex mulattiera in quanto oggi e carrabile, giunge al villaggio di Gurrone, balcone di incontrastata bellezza dove lo sguardo si getta sull’intera valle Cannobina.
Paese simile lo troviamo sullo stesso versante della montagna allo stesso livello del mare ma più a nord, separato da un profondo riale. Trattasi di Spoccia definito nido d’aquile, affacciato all’abisso con alle spalle l’imponente parete rocciosa della catena dei Gridoni, quest’ultima, meta per soli alpinisti rocciatori.
Un tempo paese sentinella anti-contrabbando con tanto di caserma della Finanza e contrabbandieri tutt’intorno. Paese costruito in gran parte sulla nuda roccia, ne è testimonianza l’entrata della chiesa dove la roccia, modellata da sapienti scalpellini, è parte integrante della chiesa stessa.
L’itinerario più breve per raggiungere Spoccia è quello di partire percorrendo la mulattiera o la strada carrabile da Ponte Spoccia. I nostri antenati non erano molto “interessati” a percorsi che non collegavano i paesi fra loro. Cavaglio – Gurrone – Spoccia un itinerario da non perdersi.

V.red.

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