Canton Ticino

Canton Ticino
Canton Ticino

Un’isola in mezzo all’Europa.

Il Ticino, un cantone-Stato, cosi come lo sono tutti i cantoni svizzeri: cantoni-stati. E’ situato a metà strada fra il sud del Mediterraneo e il nord dell’Europa, luogo in cui esistono posti di lavoro anche per i tanti stranieri residenti e per gli oltre 60.000 frontalieri.
Disoccupazione azzerata, dirà subito qualcuno. Assolutamente no. Nonostante tutto ciò rimane sempre presente un certo numero di persone residenti in Ticino che non hanno lavoro, poco più di 5/6.000 unità. Persone potenzialmente necessitati ed in grado di lavorare.
Livello di disoccupazione della quale alcuni partiti di destra cavalcano il problema per qualche consenso in più, prendendosela in primo luogo con gli emigranti di giornata: i frontalieri.
Diversi i giovani che fanno fatica a trovare il posto di lavoro ai quali vanno aggiunte le difficoltà dei ricollocamenti di chi il lavoro lo perde dopo aver superato l’età di 50/55 anni.
La mobilità giovanile è ormai un fatto diffuso in tutt’Europa e sotto certi aspetti un grande motore di integrazione sociale che darà frutti positivi a medio termine eliminando di fatto il fattore del “diverso” solo perché ha in tasca un passaporto di un altro colore. Per i più anziani le difficoltà di trovare lavoro sono spesso da riportare nell’ambito della specializzazione che si portano a presso. Sono due facce della medaglia che molti frontalieri conoscono a menadito.
Disoccupazione poco sopra il 5% che si allinea alla media Svizzera. Meno della metà di quella italiana ed al di sotto di tre punti percentuale a quella della Lombardia, regione economicamente trainante in Italia.
Meglio di tutti in Europa sta la Germania dove la disoccupazione è posizionata appena sotto al 4%. La più alta dell’Unione Europea la troviamo in Grecia con oltre il 23% seguita dal Portogallo, circa 17%.
Uno Stato, il Ticino che confrontato con le altre nazioni europee non avrebbe modo di lamentarsi visto le possibilità d’impiego esistenti, l’ottimo tenore di vita, la flessibilità lavorativa che rende dinamico il mercato del lavoro, anche se in quest’ultimo tema vi sono elevate contraddizioni in merito alla sicurezza sociale del lavoratore. Vedi il lavoro a chiamata o a tempo determinato.
Il mondo sindacale però non è molto soddisfatto di questa “cartolina” dai toni abbastanza positivi, affermando che i dati non tengono conto di coloro che dopo il periodo disoccupazione sono passati nell’aiuto assistenziale.
Il megafono industriale invece fa eco diverso, spronando la creazione della formazione di qualifiche e specializzazioni che in Ticino mancano. In questo caso è inevitabile il continuo rincorrere del frontalierato.
Va da se che come in tuti i Paesi, (l’Italia in prima fila) anche in Ticino vi sono giovani che preferiscono ricorrere alla disoccupazione piuttosto che occupare posti di basso livello.
V. red.

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