La guerra del nonno

La guerra del nonno
La guerra del nonno

La guerra del nonno (storia di Enzo)
Questa volta il nonno non appartiene squisitamente alla mia famiglia anagrafica, ma a quella di mia moglie, essendo stato il padre.
Lui aveva 21 anni più di me, nascendo nel 1923 ed ha vissuto in un periodo difficile e duro, però a pensarci bene ricco di volontà di vivere e sopravvivere, un periodo, per spiegarci, quando di ogni necessità si faceva virtù, quando, per scendere al periodo attuale, non esistevano proprio i “bamboccioni” odierni, non era nemmeno immaginabile.
Era nato a Ferrara, non Ferrara città, ma nei dintorni, essendo figlio di mezzadri agricoli, ossia persone che lavoravano duramente la terra comprendendo nel numero degli addetti, tutti i componenti: figli, moglie, nonni, zie, zii etc.
Si percepiva il compenso per il lavoro, alla festa di S. Michele, dove i conteggi, fatti dal proprietario del fondo, o dal suo fattore, venivano presentati ai lavoranti, i quali potevano poi regolare il debito contratto presso i rari negozi di prodotti alimentari, che avevano fatto credito per tutto l’anno lavorativo, si potrebbe presumere che c’era un rischio di “cresta”, dal momento che il registro era in possesso solo del venditore, però preferisco pensare ad una malignità, circa questo fatto.
Il nonno era il terzo di una numerosa e normale famiglia della campagna ferrarese, oltre a tutto in quel tempo, oggetto di una bonifica, che come tutti sanno, al momento contiene innumerevoli speranze, ma i cui frutti arriveranno poi, poi, poi.
Nel ’43, nonostante la conclamata broncopleurite ampiamente documentata, e nonostante l’evidente denutrizione, causa fame cronica, dovette svolgere il servizio militare, ricordo che era il 1943, e che il nostro duce aveva dichiarato a nome di tutti gli “ITALIANI!!!” che avremmo effettuato una campagna militare, presentata come gita turistica, in Grecia, con lo scopo di spezzare le reni, alla Grecia, non ai greci.
E mio suocero, per anni ha sempre descritto i partigiani greci come “RIBELLI”.
Io, ascoltando con rispetto i suoi racconti, qualche dubbio ce l’avevo, mi chiedevo: ma da noi non si chiamano Partigiani?
E’ ancora un dubbio che mi tormenta.
Comunque, dopo l’8 settembre succedette quello che ormai sappiamo, tutti, dopo 60 anni! E lui fu fatto prigioniero dai sui alleati di ieri.
Cadde improvvisamente il significato di: ribelli, alleati, esercito, ecc.
Si ritrovò in campo di concentramento in Germania, dove mangiò, quando c’erano, patate bollite, pelle inclusa, che era già un privilegio.
Ma lui era ed è sempre stato, una persona intelligente, superiore alla media, (lo posso confermare in piena coscienza, e con grande stima, per il periodo che ho avuto, nel tempo che l’ho conosciuto bene).
Ebbene, in quel triste periodo dopo l’8 settembre, un accordo tra la Germania nazista e l’Italia che si riconosceva della Repubblica Sociale Italiana (la cosiddetta Repubblica di Salò) prevedeva che i prigionieri italiani in Germania, potessero rientrare in patria se avessero accettato di entrare a far parte del nuovo esercito della R.S.I.
Il nonno, stufo di mangiare patate lesse, quando c’erano, aderì, pensando, poi vedremo come andrà a finire…
Arrivato in patria potè far valere il suo problema di malaria, contratto in terra greca, nella famosa campagna delle reni spezzate, e fece un soggiorno all’ospedale militare di Torino.
Però, tutto finisce, anche le cose comode, ed un bel giorno, certamente non per lui, lo dimisero con in mano un biglietto ferroviario destinazione Novara, dove c’era la caserma di raccolta dei volontari, come lui, come? Come lui?
Va bè, comunque lì si vide chi aveva mangiato pane e volpe: difatti, contando, giustamente che i controllori delle regie ferrovie erano per il 90% tedeschi, e non tutti erano esperti in geografia, lui corresse il tagliandino che recava Novara, in Ferrara, potendo così arrivare a casa. In fondo era proprio vero che i tedeschi non conoscono la geografia.
Oggi, il suo pupillo maschio e felicemente sposato con una junge, blonde, schone, deutscherin, ed hanno due splendidi esemplari di giovani europei.
Naturalmente, da parte sua, ha incrementato il numero dei membri della famiglia Gadda-Magri, producendo tre bellissimi soggetti, di cui uno è mia moglie.
SIC TRANSIT MUNDI!!!
Frank the Stories

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