La Repubblica dell’Ossola

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La Repubblica partigiana dell’Ossola

Settembre è un mese che ci riporta alla fine di questo periodo breve ma glorioso, che poi non molti anni dopo sarebbe stato adottato per tutti noi italiani.
Nei mesi che precedevano questo periodo a Cannobio il clima politico era pessimo, movimenti di militari, posti di blocco, ronde diurne e notturne erano presagi che qualcosa di brutto doveva succedere!
Chi poteva si portava in montagna come il sottoscritto con le mie sorelle che eravamo affidati a una mia nonna su all’alpe lontani da pericoli che questo momento tragico rappresentava.
Quella mattina di buon’ora mi ero recato nella pineta vicina e avevo raccolto quasi un cestino di funghi! Felice avevo chiesto alla nonna di cucinarli a mezzogiorno e lei mi aveva accontentato, ma durante il pranzo succede qualcosa di imprevisto! Dal prato sopra la baita scendono molti uomini con abiti sporchi e laceri, sono sfiniti e portano armi e cassette di munizioni.
Noi li guardiamo sorpresi e impauriti, poi un giovane, forse il capo di quei disperati, ci spiega che stanno fuggendo da un rastrellamento nazifascista e vogliono raggiungere Cavaglio per poi rifugiarsi in Svizzera.
Tempo dopo avremo saputo del grande rastrellamento nazifascista che dalla Piana del Toce e dalla Valle Cannobina avrebbe raggiunto Domodossola, in gergo militare una “manovra a tenaglia” ponendo fine a questo inizio di Repubblica.
Dopo qualche ora questi giovani devono riprendere il sentiero che scende a Ponte Cavaglio ma molti sono esausti ed è in quel momento che il capo chiede a mia sorella (15 anni) e mia zia (17 anni) se col gerlo li possono aiutare, con grande sgomento di mia nonna che si immagina un incontro con una pattuglia nemica cosa succede a queste due giovani ragazze.
Ma le leggi della guerra sono queste e per chi l’ha vissuta non sono tanto sorpresi. Fortunatamente era andato tutto bene e il ponte di Cavaglio non era presidiato dai nazifascisti.
Così arrivati al paese, lasciate le munizioni in un nascondiglio, potevano fare ritorno a casa nonostante era quasi notte con grande sollievo di tutti noi.
M.A.

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