La Vedetta di Traffiume

vedetta di traffiume
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La “Vedetta” vigila attenta su Traffiume

I traffiumesi ancora oggi coltivano e difendono con fierezza la propria identità locale che si potrebbe definire “rustica”, “contadina”, alquanto distante dalla più “borghese” Cannobio. Questo sentimento non si potrebbe comprendere senza sapere che l’odierna frazione fu fino all’anno 1928 un’autonoma comunità con proprie consuetudini e tradizioni che rimandano a parecchi secoli addietro. Infatti il comune di Cannobio accorperà Traffiume solo dopo l’emanazione del Regio Decreto 05.01.1928 nr.16.1

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Monumento fontana ai Caduti traffiumesi

Lo scoppio improvviso della Prima Guerra Mondiale e la chiamata alle armi della propria gente rinforzò questo sentimento identificativo. Le donne, gli anziani si trovarono a sobbarcarsi il peso di un’intera famiglia e a doversi sostituire ai capifamiglia assenti; la piccola comunità si stringeva attorno a sé stessa per superare anche questa inattesa situazione.
La Prima Guerra Mondiale vedrà traffiumesi sul fronte orientale combattere per la difesa del suolo nazionale.
Molti di essi torneranno a casa, quindici però non potranno riabbracciare mai più l’amata terra traffiumese.

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Cartolina d’invito per l’inaugurazione Monumento Caduti Archivio storico Comune di Cannobio fondo Comune di Traffiume, fasc. 9, busta 581

In ricordo dei soldati traffiumesi periti al fronte la cittadinanza di Traffiume decise su iniziativa del pittore Emilio Contini e del sindaco Benvenuto Destefani di istituire un comitato “Pro Ricordo Caduti” affinché la tragedia del conflitto bellico, che strappò i valorosi uomini alle proprie famiglie, non fosse dimenticata e il sangue sparso per la Nazione venisse celebrato in modo appropriato.

I rappresentati del comitato che si radunarono nella sala comunale furono: il sindaco Benvenuto Destefani, il pittore Emilio Contini, Ferdinando Allioli, Luigi Allioli, Annibale Ambrosetti, Pietro Arizzoli, Giovanni Tasca, Lodovico Bigotta, Giovanni Carmine, Angelo Carmine, Giovanni Battista Luini, Ettore Perotti, Antonio Zanni.2

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Disegno preparatorio Fontana e Vedetta
Archivio storico Comune di Cannobio fondo Comune di Traffiume, fasc. 9, busta 581

L’erezione del luogo del Ricordo avrebbe dovuto inequivocabile essere da monito per le future generazioni: la guerra aveva generato un’orrenda tragedia mondiale e solo una vera pace universale avrebbe risollevato il mondo frantumato e lacerato dalle bombe e dalle trincee. Eccezionalmente il comune di Traffiume, galvanizzato dalla fine del conflitto mondiale e la vittoria nazionale, concesse persino “[…] all’insigne benefattore dell’umanità […]” e presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson la cittadinanza onoraria di Traffiume, una via del paese si sarebbe dovuta intitolare a lui, segno inequivocabile che Traffiume nutriva la speranza che dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale si potesse ritornare finalmente ad una pace duratura che avrebbe risollevato la piccola comunità dalle privazioni e dalla miseria sofferta.3
Un’intera cittadinanza si mosse per realizzare il monumento “ai Caduti” e primi contatti vennero intessuti con lo scultore cannobiese Giulio Branca, che accettò di prestarsi all’iniziativa gratuitamente (solo le spese di fusione della scultura in bronzo sarebbero state a carico dei traffiumesi).4
Sfruttando l’occasione della realizzazione del monumento ai soldati traffiumesi, si progettò di risistemare interamente la piazza del Municipio. Si pensò di spostare la vecchia fontana di piazza dalla sua posizione centrale di fronte alla casa della famiglia Giambellini (la casa con i tre gradini all’angolo con via Mazzini) verso la posizione attuale su via Vittorio Emanuele II, e, inoltre, di rendere più accogliente la località provvedendo ad erigere due panchette in granito, donate dal sig. Zanni Antonio, con ai lati del piazzale quattro alberi.5
L’idea sulla collocazione del monumento riscosse l’appoggio di molti cittadini, ma non tutti furono soddisfatti; tanto che venne organizzata una protesta pubblica contro il “Comitato Pro Caduti”. Quarantasei traffiumesi, rappresentati dai signori Angelo Guntri e Adalgiso Ferrari, prepararono una petizione contro il progetto del comitato, sottolineando che la migliore posizione sarebbe stata di fronte alla casa Giambellini perché avrebbe dato al ricordo dei soldati traffiumesi la giusta visibilità e centralità.6
Il “Comitato Pro Caduti” rispose immediatamente alle accuse fatte ed elencò ai protestanti le motivazioni della scelta di collocare il monumento patrio ove si trova attualmente:

  1. L’opera in bronzo del Branca per preservarne la lucentezza del materiale sarebbe dovuta stare preferibilmente esposta verso Levante;
  2. Il manufatto, dato il passaggio di carri di legname dalla Valle Cannobina, avrebbe rischiato nella posizione Giambellini maggiori possibili danneggiamenti a causa di eventuali urti;
  3. La posizione indicata dal comitato sarebbe stata più quieta, appartata e avrebbe evitato di essere testimone delle “[…] scene carnevalesche e di saltimbanchi […]” degli avventori delle osterie vicine.

Sembra che “[…] alle maligne e irragionevoli critiche” e la contrarietà dei pochi seguisse ben presto la comune volontà di non dimenticare i propri figli caduti sul suolo di battaglia.

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Particolare maschera di Medusa

Per la realizzazione del complesso artistico il Comune di Traffiume mise a disposizione 3000 Lire, il locale comitato Croce Rossa 500 Lire. Tutti contribuiscono, pure la parrocchia di Traffiume, in persona del parroco don Edoardo Necchi, assieme ad alcuni generosi traffiumesi organizzò una raccolta fondi durante la festa di Sant’Anna (26.07.1920).
I traffiumesi misero all’incanto oggetti di ogni natura: zuppiere, calze, passamontagna, vassoi di frutta e di dolci, bottiglie di vino, etc…
Emilio Contini, Paolo Mattheoud e Domenico Ceroni vennero incaricati “[…] di raccogliere dai tanti conterranei l’obolo […]” per il “Ricordo” a Parigi, invece “per i conterranei che si trovano in America si interesseranno i signori Luini Riccardo e Piffero Ferdinando”.
Le lettere tra emigranti e il signor Contini sono cariche di nostalgia, l’emozione nel scrivere di Traffiume che è la “berceau de la famille Perotti e Allioli” (culla della famiglia Perotti e Allioli) non può venir celata.
I traffiumesi d’Oltralpe non si dimenticheranno del loro “petit pays” (piccolo paese) e nonostante la lontananza doneranno senza riserve per l’opera artistica. Dall’America arriverà la somma ragguardevole di 650 Lire.
Il luogo era stato stabilito e senza ulteriori ostacoli Giulio Branca, coadiuvato nel lavoro dallo scultore traffiumese Andrea Tanzi, si occupò della realizzazione dell’opera bronzea che avrebbe sormontato la nuova fontana. Invece il corpo della fontana venne messo a punto con un disegno del presidente del “Comitato Pro Caduti” Emilio Contini.
Lo scultore Branca pensò ad un bronzo che raffigurasse un soldato definito “La Vedetta” che avvertito dal segno del pericolo mette in moto il suo moschetto.
Solo per la scultura bronzea del Branca si spenderanno 4000 Lire, una somma altissima, indice evidente dell’inflazione impressionante che aveva colpito la Lira dopo la Prima Guerra Mondiale, visto che anche lo stesso Branca scriverà in una lettera al Contini che “[…] un lavoro simile anteguerra non valeva più di 1200 Lire”. L’opera verrà terminata per la spesa di 7747,15 Lire. Il corpo della fontana in serizzo di Pontemaglio (comune di Montecrestese) e la lastra cesellata indicante i nomi dei Caduti verranno realizzati dalla ditta Tonazzi di Intra e dall’artista Giuseppe Maddalena. Ulteriore abbellimento della fontana sarà la scelta di ornare il becco della fontana con una maschera bronzea raffigurante Medusa, fabbricata dal laboratorio Barolo di Varallo Sesia per 303 Lire, anche se inizialmente Giulio Branca avrebbe espresso la preferenza per una testa di leone “[…] per non disturbare l’attenzione alla Vedetta”.
Per il giorno 24 ottobre 1920 si organizzò una splendida inaugurazione del monumento patrio e della nuova fontana accessoria.
Nell’occasione “le case di Traffiume- paese che ha sempre avuto bellissime tradizioni di patriottismo- erano adornate con il tricolore”7, l’intera comunità scese in piazza municipale per ricordare i 15 caduti della Prima Guerra Mondiale.8 Alle parole delle autorità segui la consegna dell’opera al Comune di Traffiume che promise di provvedere “[…] alla perpetua manutenzione e conservazione a pro del pubblico […]” del manufatto.9
Finite le formalità la signora Caterina Arizzoli, gerente dell’”Osteria S. Anna” sita in piazza del Municipio, preparò un rinfresco con i fiocchi.
Al pane, formaggio, vino e salumi offerti dal comitato si accompagnò la buona musica della banda filarmonica cannobiese, e così si prosegui fino a pomeriggio inoltrato.
Traffiume era riuscita ad onorare i suoi Caduti ed a completamento del Ricordo verrà poi inaugurato il Parco della Rimembranza il giorno 6 novembre 1924 affianco al cimitero comunale.10
Fabian Promutico

1 Regio Decreto 05.01.1928 nr.16.
2 Archivio storico Comune di Cannobio: fondo Comune di Traffiume, fasc.9, busta 581.
3 Archivio storico Comune di Cannobio: fondo Comune di Traffiume, busta 495, 02.12.1918.
4 Archivio storico Comune di Cannobio: fondo Comune di Traffiume, fasc.9, busta 581.
5 Ibidem.
6 Archivio storico Comune di Cannobio: fondo Comune di Traffiume, fasc.9, busta 581.
7 S.A.: “Traffiume per i morti in gloria”, in: L’Unione, 30.10.1920, pag.3.
8 Archivio storico Comune di Cannobio: fondo Comune di Traffiume, fasc.9, busta 581.
9 Ibidem.
10 Mostra “Mancava ai vivi il soldato” allestita dall’Associazione Nazionale Alpini Sez. Intra gruppo ex Mandamento di Cannobio (03.11.2018).

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