Da oltreconfine

bandiera svizzera
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La Svizzera ha messo in atto restrizioni energiche di comportamento e di attività lavorative fino al 19 aprile. Uno stato di emergenza durato oltre un mese per affrontare il coronavirus.
Dopo quella data se la situazione è in fase di graduale miglioramento, l’apertura di alcuni generi di negozi e di varie attività è andata di pari passo.
Il piano di riapertura è stato studio e gestito dal Governo centrale bernese.
In canton Ticino rimane comunque un osservato speciale rispetto agli altri cantoni svizzeri.

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Tre le tappe di riavvicinamento alla semi normalità in quanto la così detta “normalità” per tutti, la si potrà avere solo dopo la scoperta di un vaccino contro il coronavirus 19 e soprattutto dopo essere stati vaccinati. Questo è il parere degli scienziati di tutto il mondo.
Prima tappa la data del 27 aprile, è la volta dei negozi, commerci di piccole dimensioni, giardinieri, parrucchieri, alcune imprese edili, ecc. ovviamente con entrate sul posto di lavoro e della clientela, controllata a dovere.
Gli stessi ospedali possono riprendere a eseguire qualsiasi operatività, in quanto, alcune non urgenti, accantonate per far fronte al problema covid.
Seconda fase l’11 maggio con l’ampliamento di aperture di altre varie attività e forse le scuole. Otto giugno sarà la data che presumibilmente potranno ripartire le attività turistiche, gli alberghi, la ristorazione.
Fra le misure adottate inizialmente, non erano previsti i divieti di spostamento, pertanto molte seconde case potrebbero essere riaperte.
Unico vincolo obbligatorio, quello di annunciare al comune della loro riapertura e dei nominativi delle persone presenti.
Oltre confine, quello che preoccupa in modo particolare (ovviamente innanzitutto la salute) è il forte aumento della disoccupazione.
Nel mese di marzo sono state oltre 18.000 le persone che hanno perso il posto di lavoro in Svizzera, andando così ad infoltire la lista dei presenti nella cassa di disoccupazione. Sono tanti anche i frontalieri che temporaneamente usufruiscono della disoccupazione parziale stabilità nell’80% dello stipendio.
A questo ritmo vi è chi prevede che la disoccupazione potrebbe salire fino al 7/%.
Cifra impensabile in una nazione dove si assesta mediamente, da anni, attorno al 3%.

V. B.

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