Itinerari storici culturali

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Da sentieri per contrabbandieri a itinerari storici culturali

Un paio di anni fa è stato inaugurato un sentiero forte di sedici tappe, che da Cosasco d’Inselvi raggiunge il canton Ticino e nel corso di questo primo periodo di apertura della percorrenza ai gitanti, ne è diventato una meta turistica di grande rilievo.
Perché ne parliamo direte voi, cosa ci interessa?
Ne parliamo perché si tratta di un itinerario che è stato battuto per decenni, da innumerevoli contrabbandieri che facevano spola fra l’Italia e la Svizzera ed oggi è divenuto un museo storico – culturale a cielo aperto.
Un percorso sulle vie del contrabbando aperto a tutti.
Un viaggio nel tempo con ricostruzioni di luoghi simbolo, cancellati dalla memoria, pressoché sconosciuti alle nuove generazioni.
Contrabbando di un’epoca passata, visto con gli occhi di oggi, un po’ naif, “artigianale”, con leggi proprie e rispetto fra chi lo esercitava e chi doveva far rispettare le leggi. Ben lontano da quello criminale di oggi.
Commercio clandestino fatto in un periodo in cui per gran parte della nostra comunità (pensiamo in tempo di guerra o subito dopo) rappresentava forse l’unico sostegno in grado di far sopravvivere la propria famiglia.
Forme di vita sociale e culturale di interesse comune per entrambi i territori confinanti Svizzera – Italia.
Sentieri del contrabbando oggi considerati luoghi simbolo per la valorizzazione del territorio, della cultura alpina e della propria storia locale.
Memoria storica oggi rappresentata da bacheche informative, cartelloni, il caslin del lach, manichini con divise dell’epoca o con abiti tipici indossati dagli spalloni con l’immancabile bricolla sulle spalle.
Una scoperta di luoghi storici resa possibile grazie ai programmi di sviluppo trasfrontalieri.
Un esempio da copiare per riportarlo pari pari e riproporlo anche in terra Cannobina, là dove il turista è affamato di scoperte originarie ed è felice di viverle in prima persona.

itinerari storici culturali

Ma non solo turismo. E’ questo un esempio anche di diffusione della cultura storica locale.
In prima fila, attraverso la partecipazione degli istituti scolastici la dove deve essere da sprono al realizzo di un museo del contrabbando in un’ambiente unico “costruendo” le proprie sale d’esposizioni sotto la cupola del cielo.
Copiare da chi è stato predecessore di un successo ed un ottimo risultato turistico-ambientale, rivolto ad un bene storico comune, accessibile a tutti, non deve essere visto come un degrado morale (vedi ricordi scolastici) bensì come un vanto.
Valerio Bergamaschi

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