La zampa che cura

la zampa che cura
La zampa che cura: il progetto di pet theraphy in Hospice san Rocco

Silvia e Napo: La zampa che cura

La pet therapy è una delle attività complementari che mettiamo a disposizione all’Hospice S.Rocco, prima della pandemia era un appuntamento fisso, speriamo di poterla riprendere al più presto perché Silvia e Napo hanno veramente portato tanto amore e serenità ai nostri malati.
Silvia Padulazzi ci spiega brevemente in cosa consiste.

la zampa che cura
La zampa che cura: il progetto di pet theraphy in Hospice san Rocco

Gli “Interventi Assistiti con l’Animale”, sono una co-terapia, basata sull’interazione uomo-animale, che ha lo scopo di aiutare il paziente, i suoi familiari e tutta la rete di sostegno e cura a dimenticare le convenzioni, distrarre la mente dalla propria condizione, instaurando piacevoli relazioni che trasformano il presente, il qui e ora, in un momento unico importante.
Un semplice ed istintivo gesto dato all’animale, come può essere una carezza, è un modo per lasciare scorrere un’emozione senza che questa venga interrotta da un pensiero o una preoccupazione. Il cane aiuta anche a risvegliare ricordi ed esperienze vissute, innescando il desiderio di raccontare e coinvolgendo familiari, volontari ed operatori.
La Zampa che cura è un progetto di Attività Assistita (AAA), ed è basato principalmente sulla dimensione ludico-relazionale.
La triade composta dal cane co-terapeuta Napo, dalla coadiutrice e da un volontario, opera in collaborazione con il personale sanitario presente in Hospice, il quale raccoglie preventivamente le adesioni dei pazienti che hanno piacere di partecipare agli incontri e fornisce le indicazioni necessarie per poter condurre le attività.

Napo è un giovane meticcio di dimensioni medie, poco esuberante in struttura, anzi in certi casi addirittura timido: è stato scelto proprio per questa sua caratteristica, che però negli incontri diventa il suo punto di forza. Il suo desiderio di essere rassicurato ed accarezzato fa si che il paziente si prenda cura di lui a tutto tondo. Ricordiamoci che il cane non vede davanti a sé un malato, ma solo qualcuno che può volergli bene, così come la persona vede davanti a sé un essere che in quel momento è bisognoso di tenerezza e di dolcezza. E’ proprio questa magia che rende la relazione terapeutica.

Molto spesso gli ospiti vivono con grande gioia e impazienza il momento dell’incontro con Napo. Come non ricordarci infatti di Franca, di Marco, di Anna e di tutti quei pazienti che impartivano ordini ai familiari affinché, in vista degli incontri successivi, fossero messe a disposizione le crocchette più buone con cui coccolare Napo, il quale, fin dal nostro arrivo in Hospice, si posizionava spontaneamente davanti alle loro stanze.
È proprio questa immagine che ci restituisce il senso dell’attività: un desiderio di progettualità condiviso, momenti di spensieratezza e svago, la voglia di raccontare e raccontarsi, e di dare e ricevere affetto intenso e sincero.
E tutto questo grazie alla presenza silenziosa e rassicurante di Napo.

Silvia Padulazzi