Compiti a casa

Ministro dell’istruzione
Meno compiti per le vacanze per permettere ai ragazzi e ai bambini di passare più tempo in famiglia. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, spiegando che invierà una circolare ai dirigenti: “Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”.
10 dicembre 2018 – quotidiani nazionali

A parer mio
Gli annunci, a volte senza seguito, forse ci fanno preoccupare senza ragione, ma siamo abituati a credere a quel che ci si dice e quindi discutiamo di quanto “promulgato” a mezzo TV da un membro del governo. Ieri si è raccolto in un telegiornale del pomeriggio che i bambini (non definiti diversamente, quindi c’è da pensare a quelli di scolarità primaria), non avranno più i compiti a casa da eseguire. L’annuncio, seguito da commenti di alterno favore, chiudeva con un soddisfatto maestro che da tempo si “batte” per ottenere il provvedimento, il quale ritiene giusto, proficuo ed unico carico riservato ad essi, il rapporto d’insegnamento che i genitori hanno e devono avere con i figli, nel trasmettergli le conoscenze spicciole e non solo, che naturalmente transitano senza filtri e direttamente tra le generazioni familiari che si susseguono.
Alcuni aspetti della “emanazione” mi interessano e vorrei discutere per raccogliere nel tempo punti di vista simili, coincidenti, diversi o divergenti.
Il primo quesito che mi pongo nell’affrontare un così semplice provvedimento, è la Delega.
Quanto è grande e piena la Delega che i genitori danno alle istituzioni – nel caso, la scuola-. Possibile che sia così completa ed assoluta da abdicare al potere di controllo del sapere dei figli, costituito dal aiutare e testare i pargoli a compiere gli esercizi a casa. È così ampia la fiducia nelle scuole, dove la cronaca ci comunica succede ogni nefandezza e violenza, verbale o fisica, verso e tra le future generazioni o di genitori imbufaliti contro gl’insegnanti, da affidare solo ad essa l’esercizio –incontrollato- dell’apprendimento. I compiti a casa sono un misuratore e condivisione del ruolo di questo. La verifica di fine anno, con la promozione o altro è sempre a posteriori, ma senza una fase d’accompagnamento quotidianamente partecipato, può risultare tardiva e discriminante per i risultati potenziali nella vita che tutti i bambini hanno indistintamente.
Altro aspetto che mi sovviene è legato alla sfilza di poesie-filastrocca che ci facevano imparare alle primarie (allora elementari), le mie insegnanti Nicoletta Grieco, Branciforte e le loro colleghe, nella mia Napoli della fine degli anni ’50. Si adoperavano a farci ricordare a memoria le rime baciate della Notte di Natale, per la recita di ricorrenza o per allenarci ai futuri versi di Omero o Dante? Forse per il primo caso, anche se io propendo per il secondo.
La scuola è una palestra nella quale ci si allena al sapere ed al suo uso. Certamente non basta quanto si impara nelle aule di tutte le scuole frequentabili, l’esperienza del vissuto e del lavoro formano un quadro più consono alla formazione umanistica e professionale di ogni cittadino. Comunque senza la più ampia palestra dell’apprendimento si perde una grande opportunità. In un momento indipendente dalle campanelle che definisce cosa e chi insegna, anche il compito assegnato da svolgere a casa –a volte troppi e su questo si può discutere-, che mettono in evidenza i lati più nodali del argomento studiato -se sanno questo, hanno capito il processo spiegato-, dicevo, il compito a casa è fondamentale, perché è autodeterminato e segnala un libero piacere all’apprendimento.
Il pensiero che cerca spazio in questi anni difficili, è visibile nel “dettato” fondamentale ed ha due rimandi che saltano agli occhi. Il tempo è mio e lo gestisco da me. Alcuni anni fa, un movimento fortunato a fasi alterne, oggi ricordato con discussa nostalgia -il femminismo-, sintetizzava similmente il motto, parlando una parte del corpo della donna. Un altro è che il sapere lo si può e deve cogliere quando serve dagli strumenti che ci circondano, Wikipedia tra gli altri.
Non è per ora il caso di andare oltre, anche perché “l’emanazione” è ancora annuncio e forse resta tale, se non per l’indirizzo che può dare ai docenti per i prossimi mesi, contrassegnati da una campagna elettorale “determinante” (???) per l’Europa, che verrà condotta con ogni mezzo.
13 dicembre 2018 – C.G.

Ecco una buona notizia
Pochi giorni fa un ministro ha detto che gli studenti dovrebbero avere meno compiti a casa durante il periodo natalizio.
Ha anche detto che avrebbe inoltrato a tutte le scuole questo invito che, ricordiamo, non è un obbligo.
Era ora che qualcuno in alto facesse qualcosa di utile per i bambini e ragazzi.
Studiare è importante ma lo è di più vivere serenamente, e un eccesso di compiti non è certo sinonimo di felicità.
Che i compiti assegnati durante le vacanze siano troppi lo possiamo dedurre da alcuni dati:
a dicembre 2017, secondo una ricerca compiuta da Skuola.net alla vigilia delle feste natalizie, la metà degli studenti già prevedeva che non sarebbe riuscita a terminare in tempo i compiti assegnati dai professori per le vacanze di fine anno: una mole di lavoro che 8 su 10 giudicavano eccessiva.
Un giudizio confermato anche dall’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che dal 2012 sancisce che gli studenti italiani sono tra i più carichi di compiti a casa dell’intero pianeta.
Ai bambini ed ai ragazzi non si deve rubare la felicità, la spensieratezza, la voglia di giocare. Indipendentemente dai dati.
I bambini devono essere liberi e felici, cominciare a renderli schiavi alla loro età è assurdo.
17 dicembre 2018 – R.B.

Gli studenti
Abbiamo chiesto ad una decina di studenti cannobiesi il loro parere sui compiti a casa durante le vacanze natalizie. Gli studenti interpellati vanno dalla 2° media alla 3° superiore. Abbiamo chiesto loro come hanno trovati i compiti: pochi, giusti o troppi; se nelle vacanze del 2017 erano di più, uguali o di meno; e come avrebbero impiegato il tempo se non avessero dovuto fare i compiti.

CLASSE
2° media
“ “
“ “
“ “
“ “
3° media
1° superiore
“ “
3° superiore
“ “

COMPITI 2018
pochi
giusti
giusti
troppi
troppi
troppi
troppi
troppi
giusti
pochi


COMPITI 2017
più
più
uguali
uguali
meno
meno
uguali
uguali
uguali
più


NO COMPITI
amici, famiglia
amici, musica
amici, feste, famiglia
play station, smartphone
play station, amici
casa, divano, letto, tv
amici, ragazza
amici, calcio
studio, casa, amici
play station

8 gennaio 2019 – la redazione

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