Lanca – Castello

lanca cannobino
lanca cannobino

La lanca
Questo toponimo è di origine pregallica, tanto è vero che la sua utilizzazione travalica l’area propriamente celtica tanto da ritrovarlo anche in località del Nord Europa e in Scandinavia. Il termine indica sia un’ansa di fiume che uno stagno vicino al lago.
La nostra Lanca, fino a circa gli anni Venti, si trovava nella zona dell’attuale campo sportivo. Era costituita da un grosso stagno fondo fino a due metri, in estate veniva utilizzata per macerare la canapa. La lavorazione della canapa era tipica di Castello. Dai gambi della canapa veniva, dopo la macerazione, venivano ricavati dei filamenti: i più sottili venivano tessuti per farne fili sia per uso vestiario che per lenzuolami, i filamenti più grossolani venivano intrecciati e diventavano suole per le tipiche scarpe locali dette Pedù.
In inverno la Lanca diventava il palazzo del ghiacci per i ragazzi che vi pattinavano con le scarpe o con il fondo dei pantaloni. Oggi purtroppo il progresso ha cancellato tutta la zona.
Vicino alla Lanca scorreva la Rungia, roggia che proveniva da una diramazione del Cannobino con presa d’acqua vicino all’ospedale ora “Opera Pia Domenico Uccelli”. La rungia serviva a vari scopi, anche meccanici, sia per il setificio che per la cartiera. Al di là della rungia si estendeva il ripar, che era il confine ideale della zona Castello.

Castello
La sua configurazione è racchiusa tra il Santuario della Santissima Pietà ed il Lido sviluppatosi parallelamente al lungo lago. Il toponimo è dovuto all’antica esistenza d’un castello che, secondo lo storico locale del Sasso Carmine, fu distrutto dai Locarnesi e dagli Asconesi nel 1340. Si suppone che tale azione bellica fosse una ritorsione attuata a causa dei dazi applicata dai Cannobiesi al passaggio del traffico lacuale in arrivo o in partenza da Magadino, che era la stazione commerciale della strada Nord Europa – Gottardo – Magadino (imbarco) – Lago Maggiore – Angera (stazione) e per via fluviale a Milano o Pavia a Venezia e poi per tutto il Mediterraneo.

castello

Sostanzialmente il quartiere ha mantenuto nei secoli il suo aspetto sia ambientale che caratteriale in quanto i suoi residenti continuano ad ostentare un che d’autonomo rispetto agli altri borghigiani. Un esempio tra i tanti possibili è il falò della strega che si effettuava ai primi di ottobre (ora non più) ed era sentitissimo da quelli di Castello.
La passeggiata sul lungo lago è stata sovrapposta all’antica Ripa (spiaggia) nell’ottocento. Recentissimamente è stata risistemata allargandola e piantumandola secondo l’aspetto originario. Pregevole è stato il recupero dei lastroni di pietra relativo al parapetto ottocentesco, mentre è tipico del lago il selciato a risada eseguito con ciottoli di fiume posati di testa.
La medievale strada, spina del quartiere, via al Castello, corre parallela al lungo lago al quale è collegata con ampie scalinate e con due antichissimi stretti passaggi a gradoni detti strèc, la cui specialissima configurazione li rendeva facilmente ostruibili con saracinesche, mentre la loro rapidità ed angustia ne permetteva una facile difesa coadiuvata da tiri piombanti dalle case fiancheggianti, il tutto a difesa da incursioni provenienti dal lago.

streccia

Partendo dal Santuario e percorrendo via al Castello al suo inizio ad angolo con il Sagrato troviamo la scenografica villa Pianta (ora residenza hotel Il Portico). La facciata è piacevolmente composita con scalinate, portici e terrazze. Inoltrandoci nella via, più avanti, incontriamo villa Peduzzi ex villa Destrieri, mentre sulla parte destra della strada riscontriamo una continua successione di case aventi la facciata direttamente sul lungo lago. Proseguendo da sinistra, in via Branca, miracolosamente salvate, troviamo alcune costruzioni medievali dei Vicini, che erano l’oligarchia locale. I rustici sono adorni di portali in pietra. Si ritiene che originariamente le costruzioni fossero stalle o magazzini. Sempre nei paraggi vi erano le giazzère, antenate dei frigoriferi, costituite da profonde buche piene di neve per conservare i cibi deperibili anche in estate. Poco discosto, vicino alla foce del Cannobino, il cui nome antichissimo era Agostano da Augustus, vi è il Lido, uno dei migliori del Verbano sia per esposizione sia per fruibilità. In riva al Lago vi è il porticciolo della Guardia di Finanza. Fu da questo porto che, nella notte del 9 gennaio 1896, partì la torpediniera Locusta, che sparì nel Lago con tutto l’equipaggio in una notte di tempesta. Percorrendo il lungolago osserviamo una sfilata di case policrome costruite in varie epoche, dal Medioevo ai tempi recenti.

castello

Molto caratteristici sono i portali e le finestre inquadrate con pietra di taglio. Sulla facciata di alcune case si scorgono tracce di affreschi a carattere sacro. Si pensa che fino alla fine del settecento tutte le facciate ne fossero ornate. Il borgo è stato sempre abitato prevalentemente da pescatori. Fino a diversi anni fa era possibile vedere, attaccati a fili, alborelle messe a seccare, erano i tapèt, mentre i piccoli agoni spinati erano i misultit.
Lumen

Lascia un commento