Podismo a Cannobio

Podismo a Cannobio
Podismo a Cannobio

Grande fermento a Cannobio.
Oggi si corre, si corre sempre di più, corrono sempre più persone.
Si corre in ogni condizione meteo, sole, pioggia, freddo, neve, non importa.
L’importante è muoversi, faticare, porsi dei traguardi da raggiungere.
I numeri delle iscrizioni a corse podistiche organizzate alle nostre latitudini (V.C.O. – Novara Piemonte e vicina Lombardia) sono in costante crescita così come il numero delle corse che vengono organizzate ogni anno sul nostro territorio.
Ve ne sono di tutti i tipi, per tutte le “gambe”: dalla Gamba d’oro, all’Ammazzainverno, alle corse in montagna o serali, o trail che stando andando molto di moda, per passare alle classiche mezze maratone ed arrivare alla regina delle corse: la maratona. Per correrla occorre almeno 16 settimane di preparazione attraverso una tabella personale da adottare a secondo gli obbiettivi di tempo che si vuole raggiungere. Questo per chi fa della corsa una attività regolare da tempo. E’ cambiata di molto nell’ultimo ventennio anche l’età dei partecipanti. Se un quarto di secolo fa erano i giovani dai 20 a 35 anni i più presenti nel conto numerico delle varie gare, negli ultimi anni invece è quella degli oltre quarantenni-cinquantenni a costituire il numero maggiore di persone che “stanno in gruppo”, portando ad un livello tendenzialmente più elevato le gare.
Oggi corre la casalinga che smette di fumare e non vuole ingrassare, corre il pensionato per cercare di star bene il più a lungo possibile, corre il sessantenne che si ritrova un po’ di pancia di troppo da smaltire…
Ma attenzione. Se a qualcuno dovesse passare per la tesata di raccogliere l’invito di andare a correre con gente matura che già da tempo fa questo tipo di sport, ed iniziare così una attività fisica di poco costo ma di grande soddisfazione in quanto sempre all’aria aperta e su percorsi sempre diversi, meglio sarebbe farlo là dove vi è un pronto soccorso.
“Non preoccuparti, intanto si corre piano piano da poter addirittura parlare”.
Lui correrà a tutta, parlando di Salvini, della Juventus o dell’ennesimo stupro, tu rotolerai a terra in meno di un’ora. Cercherai di dire qualcosa tipo: rallenta, sento dolori in tutto il corpo; ma dalla bocca non ti uscirà niente.
A fine corsa l’appuntamento è fissato a dopo 48 ore, per provare qualche salita. Tu non accettarlo, piuttosto chiedi asilo politico in uno Stato extra comunitario Europeo tipo la Svizzera.
Ovviamente sto un pochettino scherzando, in quanto la pratica del podismo, soprattutto a livello dilettantistico-amatoriale riesce ormai a catturare in continuazione appassionati e lo si vede in ogni stagione a sera o al mattino presto quando si esce di casa e si incontrando sempre più persone con tuta e scarpette con colorazioni sgargianti.
Basta frequentare un tantino la pista ciclopedonale cannobiese per rendersi conto di quanta gente corre o interpretare i bisogni della richiesta di spazi all’aria aperta, liberi da mezzi motorizzati, da destinare ai così detti “sport poveri”. Una definizione (sport povero) così poco azzeccata non la si poteva trovare, purtroppo è entrata di prepotenza nel normale lessico del parlare e la prendiamo così com’è.
Proporzionalmente il numero più in crescita dei runners è quello femminile, forse perché le donne ci tengono alla salute molto di più dei maschietti.
Il perché di tanto successo della pratica podistica non è dato da capire. Probabilmente si corre per “scappare” dalla vecchiaia o semplicemente per buttar giù qualche centimetro di pancia, per combattere la cellulite o perché le analisi della glicemia sono un pò sballate.
Chi corre ha un senso di tenerezza particolare per il proprio corpo, affettuosità verso i tendini, gratitudine per le proprie gambe e una speciale sensibilità di riguardo verso il proprio cuore che a volte batte all’impazzata come quando da giovani ci si innamorava, portandolo a soglie anche di oltre 150/170 battiti per una decina di chilometri.
Nell’ambiente dei podisti così detti “tapascioni”, si dice che se resisti un mese ad uscire a correre 3/4 volte alla settimana la cosa è fatta, in seguito il corpo ti regala gioia, la mente si arricchisce di stimoli fino ad allora sconosciuti e non smetti più.
E poi vengono le gare. Talvolta il successo può essere quello di riuscire semplicemente a portare a termine la gara. In questo sta il principio basilare del successo personale e di gruppo del correre.
Vi è un pericolo che incombe sulle tante gare proposte nei vari specifici calendari provinciale e regionali, quello che si “corra” verso una possibile saturazione di partecipanti alle competizioni, proposte da infaticabili ed appassionati organizzatori volontari che meritano solo applausi per gli impegni elargiti.
Troppe gare? Per ora i numeri delle iscrizioni (sempre in costante aumento) non danno sentenze in merito ma qualche cenno di screpolatura si sente.
Sta di fatto che la piazza non è ampia. Attirare sempre più partecipazione anche al di fuori degli stretti confini provinciali o regionali, non è facile. La concorrenza è spietata. Uno “sguardo” verso i cantoni elvetici confinanti con il V.C.O. per attrarre runners è di difficile penetrazione.
Esportare anche oltre confine le tante belle esperienze di corse podistiche locali è cosa difficilissima. Il termometro più significativo lo si può avere nel visionare il numero di partecipazione di concorrenti stranieri nelle due bellissime manifestazioni podistiche che vengono organizzate a Cannobio, città che dista pochi chilometri dalla frontiera.
La Cannobio-Monte Giove quest’anno datata il 9 giugno, e il Circuito Borromeo della valle Cannobina, gara che tocca tutti i paesi presenti in valle correndo sui sentieri che li collegavano prima dell’evento della motorizzazione.

Podismo a Cannobio
Podismo a Cannobio

Cannobio – Monte Giove
Due i percorsi che gli organizzatori hanno collaudato con grande successo lo scorso anno e che riproporranno anche domenica 4 agosto 2019. 38 km il circuito cannobino e 26 km con giro di boa a Falmenta la proposta più contenuta. Questa tratta si potrà fare anche a staffetta dividendosi il percorso fra due concorrenti.
Non va dimentica la cronoscalata Orasso-Cursolo-Monte Vecchio, gara di livello ragionale super collaudata, che per un giorno, fa di questi due minuscoli paesi valligiani associati al loro splendido-panoramico alpeggio, il centro del podismo della nostra regione.
Anche in questo caso come per le gare cannobiesi, il volontariato è determinante per la riuscita di questi appuntamenti che vanno ben oltre alla semplice competizione.
Alle spalle vi sta un lavoro enorme di preparazione dei sentieri, della loro pulizia, della segnalazione dei percorsi, della messa in sicurezza di alcuni punti. Lavori di intere giornate a favore dei concorrenti che poi rimangono anche per il godimento dei tanti escursionisti che amano camminare in valle Cannobina.
Soltanto se gli organizzatori delle manifestazioni podistiche sapranno, di anno in anno, introdurre delle novità la gente accorrerà a ripetere itinerari bellissimi come quelli presenti a Cannobio e nel Verbano – Cusio – Ossola.
Valerio Bergamaschi

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