La storia dimenticata (4)

la storia della valle cannobina
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La storia dimenticata della strada della Valle Cannobina (4° parte)

La strada della Valle Cannobina genererà un grande ottimismo tra le popolazioni locali. Un ottimismo che si trasformerà ben presto nella volontà di dare uno sviluppo significativo all’economia valligiana con l’installazione sul fondovalle di osterie, laboratori di falegnameria, mulini ad acqua e esercizi commerciali. Il traffico di uomini e merci presenterà un costante incremento: nel 1881 venne calcolato il passaggio di 2809 carri che avevano condotto ben 96.100 quintali tra legna e carbone dalla Valle Cannobina al Borgo e da Cannobio verso la Valle 18.700 quintali di generi alimentari (granturco, riso, vino, frumento).1 In un decennio la fisionomia della Valle Cannobina cambiò radicalmente: la nuova via di comunicazione rese più comodo lo spostamento del legname e dei generi di prima necessità, lungo la strada sorsero osterie, piccole segherie (Giuseppe Generelli) e laboratori per la lavorazione del ferro (costruttori Mazza e Minoggio) e della pietra (Testori Pietro e figli) a Ponte Spoccia.2
Accanto alla febbrile laboriosità cannobina, tuttavia, fino al 1904 saranno pochi gli interventi rilevanti sul piano della carreggiabile.

Immagine in alto: Progetto Ceretti per Variante Traffiume, in Archivio del Comune di Cannobio, Fondo Traffiume, Busta 583 Fascicolo 6

Il comune di Cannobio aveva allargato la via in fondo al Borgo (nei documenti si parla da casa Borlotti alla piazza S. Rocco) già nel 1869. Poi era avvenuto l’allargamento della strada fino allo stabilimento de “La Salute” sotto la spinta del conte e dottore Ferdinando Fossati-Barbò.3
Nel 1888 iniziò un ultimo allargamento della strada tra la casa di Giuseppe Jelmoni detto il Francese per i suoi passati d’emigrante (ora zona Antico Sempione) e il ponte di Traffiume detto di S. Giovanni Nepomuceno. A ravvivare il clima come sempre non mancarono i ricorsi tra impresari, la Provincia e i proprietari espropriati.4
Tra i litiganti riuscì ad inserirsi in modo curioso pure il commerciante di legname Gaetano Reschigna, che cercando di trarre profitto dalle espropriazioni, comprò all’asta la legna ricavata dopo i lavori stradali tra Cannobio e Traffiume.5

Interessanti vicende vengono alla luce dalle carte d’archivio: a Lunecco i carrettieri chiesero alla Provincia di Novara di fare esplodere un masso sporgente sulla strada all’entrata del paese per evitare un eventuale disgrazia, data l’imminenza del pellegrinaggio delle genti cannobine a Re;6 a Traffiume Francesco Ceroni detto il Macari venne obbligato ad aggiustare subito il suo muretto fiancheggiante la strada provinciale (vicino alla fontana all’ingresso del paese traffiumese), pena una multa salatissima .7

la storia della valle cannobina
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Progetto di viadotto presso Sant’Anna, in Archivio del Comune di Cannobio, Busta 583 Fascicolo 6

Alle migliorie seguirono però spesso frane e cadute di muri di sostegno, anzi, fin dall’inizio, il primo tratto da Cannobio a Socraggiolo diventerà un salasso finanziario per la Provincia e fonte continua di pericoli per i viaggiatori.
La ditta di Tranquillo Albertini di Cannobio è quasi ogni anno citata nella lista dei creditori della Provincia.8 Tra i documenti archivistici spiccano i luoghi problematici: la valle del Mater, la valle del Serone detta “della California”, la valle del Bandit, e le località di Balmone e Belvedere. Tutte località sul territorio cannobiese che l’ingegnere Lucchini aveva cercato di evitare nel suo progetto, ma che poi erano state “preferite” a scapito della più soleggiata sponda destra della Valle.
Il litigio sulla collocazione della carreggiabile nonostante fossero passati alcuni decenni non verrà mai dimenticato soprattutto dal comune di Cavaglio S. Donnino che proverà nuovamente nel 1924 a convincere la Provincia della necessità di abbandonare il tratto Orrido di Sant’Anna- Ponte Socraggio per preferire una nuova strada Traffiume-Cavaglio, sempre però con esito negativo.

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Costruzione della diramazione presso Ponte di Traffiume, in Archivio di Stato di Novara, Busta 1867

L’obiettivo dei comuni della Valle Cannobina a inizio del XX sec. diventò poi improvvisamente quello di evitare il passaggio attraverso il paese di Traffiume che era ritenuto problematico per la larghezza ridotta della carreggiata e la curva a 90 gradi presso la Val Duralla che rappresentava per i carri un inutile ostacolo alla discesa a Cannobio.
Si affacciò quindi l’idea di una variante di strada dal ponte di S. Giovanni in Traffiume fino al curvone della Val Duralla, sulla traccia di un vecchio sentiero.
Il comune di Traffiume, dopo aver saputo dell’imminente progettazione, decise di agire legalmente contro una possibile realizzazione della nuova ideata strada. Tutti i comuni della Valle Cannobina si riunirono allora a Lunecco il 28 settembre 1903 e implorarono il Consiglio Provinciale di Novara di concedere la costruzione del tratto da Ponte Traffiume alla Val Duralla, sostenendo che lieve sarebbe stato il sacrificio da sopportare per gli esercenti traffiumesi, anzi gli stessi proprietari traffiumesi di boschi sul lato Carza avrebbero tratto vantaggio.
Inoltre all’accusa mossa loro da Traffiume che la nuova tratta di carreggiabile si troverà su un versante franoso e ombreggiato, si rispose che la stessa Traffiume è all’ombra completamente per due mesi all’anno.9
I traffiumesi inviperiti non si arresero e affidarono all’ingegnere Alfonso Ceretti di Intra l’incarico di trovare una soluzione alternativa alla strada sul lato Monte Carza.

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Veduta Varianti Ponte di Traffiume Val Duralla, in Archivio di Stato di Novara, Busta 1864

L’ingegnere Ceretti pensò di far passare alternativamente la nuova strada al di sotto dell’abitato di Traffiume: poco dopo l’odierno lavatoio, si prendeva via Giustina Allioli, passando davanti a villa Rosa, e all’inizio di via Cavour si passava attraverso i campi coltivi di Traffiume per sbucare prima della discesa per Sant’Anna e ricollegarsi alla vecchia strada.
Maestosa opera appare la scelta del Ceretti di costruire un ardito viadotto di 60 metri che avrebbe dovuto rendere più comodo la nuova strada in prossimità della chiesetta di Sant’Anna. Nello scambio epistolare tra Traffiume e la Provincia salta all’occhio come nonostante l’unanime accordo riguardo alla minor spesa del progetto Ceretti rispetto alla strada detta “della Gerra” sul lato Monte Carza (circa 27.000 contro le 49.000 Lire), venne preferita comunque la seconda per l’abbreviamento di tempo e distanza.

I traffiumesi dovettero accettare malvolentieri che il traffico per la Valle Cannobina passasse sul lato opposto della Valle, ottenendo però almeno che la manutenzione della vecchia strada provinciale dal ponte S. Giovanni all’Orrido di Sant’Anna rimanesse a carico della Provincia.
Interessanti infine sembrano le informazioni toponomastiche e piccole notizie che si possono ricavare sul vivere all’inizio del sec. XX a Traffiume.
Dove ora troviamo il camping Valle Romantica trovavamo le vigne di Ferrari Bonifacio e un’osteria con cortile detta “della Gerra” di proprietà della signora Francesca Arizzoli.10
In una lettera del cavaliere Carlo Carron, proprietario della fonte Carlina, viene pure nominata l’esistenza sotto allo stabilimento della “Salute” di una cappella detta del Buon Consiglio, ora non più esistente.11
Nel autunno del 1904 l’impresario Augusto Suquet di Torino diede inizio ai lavori del nuovo tronco di strada lungo 800 metri che impegneranno giornalmente 50 operai tra muratori, manovali, scalpellini.12
La variante detta della “Gerra” verrà ultimata nell’autunno del 1906 per un costo di 61.553, 15 Lire e inaugurata successivamente in maniera solenne dal sindaco di Cannobio Francesco Reschigna il 19 aprile 1907.

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Ricevuta di pagamento Ditta Scalpellini Testori Pietro a Ponte Spoccia (anno 1927), in Archivio di Stato di Novara, Busta 1873


Qui termina la nostra narrazione sulla strada della Valle Cannobina, sperando di aver risvegliato la curiosità dei lettori e di esser riusciti a ridare voce a una storia travagliata e dimenticata negli archivi, sempre consapevoli che ancora molto della nostra piccola comunità e del nostro splendido territorio debba essere riscoperto e venir valorizzato nel giusto modo.

Fabian Promutico

1 Archivio storico del Comune di Cannobio: Atti del consiglio comunale, busta 21, 18.05.1885.
2 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 1873, fascicolo anno 1927.
3 Archivio storico del Comune di Cannobio: Atti del consiglio comunale, busta 19, fascicolo 4, 18.05.1870.
4 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 712, fascicolo 1, 01.12.1889.
5 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 711, fascicolo 2.
6 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 712, fascicolo 2, 11.07.1894.
7 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 712, fascicolo 2, 02.08.1893.
8 Archivio storico del Comune di Cannobio: Consorzio Stradale Cannobino, busta 622, fascicolo 1, 07.10.1877.
9 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 1864, fascicolo anno 1904.
10 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 1864, fascicolo anno 1904.
11 Archivio di Stato di Novara: Fondo Provincia di Novara, Busta 1868, fascicolo anno 1907.
12 Ibidem.

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