La marcia dei lanternitt

marcia dei lanternitt
marcia dei lanternitt

Notte magica da Cannobio a Trarego

Tutto è andato alla grande in occasione della 52° edizione della marcia dei Lanternitt, inventata (per una scommessa) e organizzata da oltre mezzo secolo a questa parte dal gruppo degli Zabò di Cannobio. Da qualche anno l’evento è possibile grazie anche all’impegno ed alla sintonia messa in atto fra Zabò e il gruppo dei Dragoni che in collaborazione con il circolo di Trarego-Viggiona-Cheglio rendono possibile la cena sociale.

Tutto era pronto da tempo, ma occorre aggiungere un “quasi” almeno fino a pochi giorni prima in quanto le prenotazioni alla cena erano divenute un po’ complicate. Il motivo è da far risalire al nuovo bando comunale che di fatto ha cancellato la Pro Cannobio dall’essere protagonista nel ricevere le adesioni alla partecipazione dell’evento. Tutto questo è stato girato, quali servizi accessori, alla nuova ditta che gestisce l’accoglienza, l’informazione turistica e la custodia dei parcheggi nella città di Cannobio. Le difficoltà di messa in pratica di queste mansioni sono state superate alcuni giorni prima della data della Marcia dei Lanternitt, dopo un incontro fra Sindaco e le società di volontariato presenti a Cannobio.

Ma torniamo alla grande marcia che Cannobio riserva ogni anno all’evento dei “Lanternitt”, insindacabilmente fissato all’ultima sabato di gennaio di ogni anno.
Piazza Angelo Custode, come sempre, era strapiena di gente con scarponcini a piedi, giacche a vento, bastoncini e lanternitt fra le mani.
Pare che in tutt’Italia una iniziativa simile non esista. Unica nel suo genere, è nata fra le chiacchiere di una dozzina di amici, riuniti attorno ad un piatto di luganighe al ristorante Milano (ormai scomparso) facenti parte di un gruppo fondato appena quattro anni prima denominato Zabò. Nome questo, di derivazione aostana, la dove, in quella regione, questa parola, vuole indicare i loro tipici zoccoloni di legno.
Il 16 luglio del 1969, fu l’anno anno in cui il primo uomo aveva messo piedi sulla luna.

Ma chi saranno mai questo Americani, vuoi vedere che anche noi di Cannobio siamo capaci, in pieno inverno, di andare su al Luna“, disse il Vittore Carmine, che si appresta a compiere i 100 anni e, come gli ha detto all’Angelo Cattaneo (Zabò di prima generazione), “prima di lasciare questa terra voglio ancora una volta andare a vedere Rombiago, questa primavera mi devi portare su“.
Rombiago è l’alpeggio simbolo degli Zabò, dove hanno le loro baite, il loro rifugio, la loro sede montana.
La strada agro-silvo-pastorale arriva a circa 200 metri dalle proprietà degli Zabò. L’Angelo ha accolto con grande soddisfazione l’incarico.
Qualche settimana dopo la cena delle luganighe, un gruppetto di persone si radunò in via Umberto, accompagnati dal Bandin, si diressero in Bagnara dove iniziarono la camminata notturna verso il ristorante Luna di Viggiona. Di quel gruppetto, oltre che il Vittore Carmine, oggi è rimasto in vita anche Guglielmo Zammaretti classe 1932.

La gente incuriosita si chiedeva cosa stesse succedendo. Fecero l’alba e tornarono a piedi a Cannobio. Presso la casa del “Bertolino” vennero riscaldati da un buon brodo. Qualcuno giunto davanti alla collegiata di san Vittore, sentendo suonare la messa domenicale delle ore 6.00, ne approfitto per alimentare anche le necessità dell’anima dopo aver reso omaggio alle “pretese” del corpo per una intera nottata.
Un programma che è rimasto inalterato da oltre mezzo secolo fatto salvo l’allungamento della marcia fino a Trarego.

Quello che invece è cambiato di molto è il numero dei partecipanti, ormai attestato costantemente ad oltre le 350 persone. Record lo scorso anno, contate 470 camminatori.
Nessuno avrebbe mai pensato che una cosa assai semplice, nata senza alcun senso di continuità, divenisse di interesse pressochè globale di una comunità.” -ci dice il presidente degli Zabò, Valerio Gabbani- “Per quanto riguarda il compleanno del Vittore, (a maggio) stiamo preparando i dovuti festeggiamenti.”

Uno spettacolo molto suggestivo. Un serpentone illuminato che si snoda nella notte, sull’antica mulattiera che raggiunge Viggiona e poi Trarego. Un tempo era la via di transito normale fra collina e lago. Il raduno, come sempre, alla 17.30 in piazza Angelo Custode con un rinfresco offerto dai commercianti locali e dagli Zabò. Poi accompagnati dalle allegre note del “Bandin” degli Zabò, con in testa il Sindaco, i partecipanti percorrendo il Borgo alto, hanno raggiunto il rione della Bagnara dove ha inizio la salita. Lì la musica, inevitabilmente finisce per riprendere a Viggiona e poi per l’intera nottata, in accompagnamento alla sontuosa cena fatta di cinque portate, prevista a Trarego.
Quest’anno è stato programmato anche uno speciale menù per i bimbi o a favore di chi “ha meno appetito”.

Nessuna competizione è in atto” -aggiunge Valerio Gabbani-.
Due ore di percorrenza, o anche di più, non ha importanza. L’invito è quello di gustare il piacere della salita notturna sempre rischiarata da una splendida luna. Ovviamente mai occorre far mancare una torcia a presso. Il passaggio a Viggiona viene sempre gratificato da una sosta ristoratrice offerta dalla passione di un gruppo locale.
Non vi è stato record di partecipanti ma il numero è stato molto alto, ben oltre alle 430 persone dalla Bagnara hanno raggiunto Viggiona, molti anche coloro che hanno fatto ritorno a piedi per poi cenare nei ristoranti cannobiesi. Presso i Dragoni le prenotazioni hanno raggiunto le 170 unità.

Da quest’anno gli organizzatori hanno voluto contare anche i cani che seguivano i propri proprietari, 168 in tutto.
Al termine della serata, là dove le ore “piccole” hanno il sopravvento, un gruppetto di ardimentosi, capitanati dal “Bego”, hanno rifiutato (come sempre) il ritorno in auto e rifatto il percorso a ritroso.

Valerio Bergamaschi

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