Orasso

orasso oratorio del sasso
orasso oratorio del sasso

Continua l’opera di recupero conservativo dell’Oratorio del Sasso di Orasso, iniziato nel 2011.
In questo piccolo paese della valle Cannobina, nel corso di questi ultimi anni, si sono svolte alcune giornate all’insegna della cultura e dell’intrattenimento, il tutto ruotando attorno ai lavori che hanno caratterizzato il recupero di uno dei più bei monumenti che la Cannobina può vantare ed offrire al viandante pedestre che percorre la strada Borromea, quella stessa mulattiera che san Carlo Borromeo percorse e nel 1574 durante la sua visita pastorale.
Giorni di intensa attività informativa e comunicativa di tutto ciò che fino ad oggi è stato fatto per il recupero dell’Oratorio del Sasso, del quale il sindaco Alberto Bergamaschi ne è stato il regista. Chiesetta che dal 1665 è dedicata alla Madonna della Cintura.
Questo gioiello architettonico, situato in una posizione panoramica, dominante l’intera valle Cannobina, è oggi patrimonio del F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano) ed è risalente al quattordicesimo secolo. Inizialmente era una piccola cappella della quale san Carlo Borromeo ne ha disposto l’ampliamento. E’ teatro di significative celebrazioni religiose fra cui, la più importante e solenne, la fiaccolata della festa dell’Assunta.
Ci sono voluti oltre sei anni di impegnativi lavori per recuperare un bene che andava in decadenza di anno in anno. Punto di diamante del patrimonio storico-religiose della Valle.
Circa 160 mila gli euro spesi di questi 115.000 pervenuti dalla Fondazione Comunitaria V.C.O., 30.000 dal F.A.I e 15.000 donati da privati.
I primi interventi necessari hanno riguardato l’isolazione della circonferenza dell’edificio in quanto l’umidità e le infiltrazioni d’acqua trovate all’interno erano troppe è non lasciavano spazio per attuare altri lavori di restauro.
Tolta l’umidità e lasciato il tempo affinché asciugassero i muri, ecco a seguire il recupero degli affreschi presenti sotto il portale d’ingresso, dedicato alla Madonna della Cintura. Un opera questa datata 1733, attribuita a Giuseppe Maria Borgnis, poi i lavori all’interno allo scopo di portare alle sue origini tutta la parete dell’altare affrescata nel 1605 da Francesco Balconi, un pittore vigezzino che ha dato vita alla “scuola vigezzina di pittura”. Il più antico pittore di questa terra. Operò per lo più in valle Vigezzo; la sua prima opera l’ha fatta a Malesco ed è datata 1572; ultima nel 1615 anno della sua morte. Questo suo dipinto è oggi presente ad Albogno frazione di Druogno. Dipinse esclusivamente su pareti “espatriando” in terra orassese per lasciare lì in quella chiesetta la sua opera voluta dai reggenti dell’epoca, tali Giacomo Zanarello e Augusto Arceto.
E’ stato restaurato il soffitto in legno, il pavimento in pietra e le pregevole cancellata esterna. E’ questo il primo traguardo raggiunto dopo anni di lavori.
Dal 2011 il F.A.I. ogni anno è presente ad Orasso per dar vita ad un paio di giornate speciali.
“Finisce un obbiettivo molto importante – ci dice il sindaco Alberto Bergamaschi – ma l’opera intrapresa deve continuare. Prossimo obbiettivo è quello di poter intervenire sull’intonaco interno, in molti punti va scrostandosi e non sappiamo ancora cosa potremmo trovarci sotto. Quasi certamente potrebbe essere fonte di sorprese, affreschi nascosti dal cemento o altro ancora. Circa trentamila euro i primi preventivi fatti, occorrerà trovare questi soldi ed andare a vedere cosa vi è oltre la calce ed il cemento steso probabilmente all’inizio del secolo scorso.”

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